
Il canto delicato e potente di Manuela Copercini vince Premio “Divinamente Donna”
Manuela Copercini, poetessa fidentina, vince Premio “Divinamente Donna”, organizzato dall’Associazione Culturale Internazionale VerbumlandiArt, con la lirica “Mi sono presa cura di te”, una poesia che incanta per la sua profondità emotiva e per la maestria con cui intreccia immagini, suoni e sensazioni. Il componimento si sviluppa attorno a un leitmotiv ricorrente – “Mi sono presa cura”, ripetuto come un mantra – che non solo conferisce un ritmo ipnotico alla poesia, ma sottolinea il senso di dedizione e protezione che la percorre.
Un viaggio attraverso la cura e il sentimento
La poesia è un inno alla cura, intesa non solo come atto di protezione dell’altro, ma come una pratica intima e totalizzante che investe ogni elemento della realtà: lo sguardo, le carezze, il mare, il cielo, la terra. La voce poetica si fa custode di emozioni, dettagli impercettibili e fragilità umane, trasformandoli in immagini poetiche potenti e vibranti.
L’incipit, “Mi sono presa cura del tuo sguardo”, è una dichiarazione intensa che apre le porte a una dimensione di profondo coinvolgimento emotivo. L’io poetico non si limita a osservare o ad amare: si prende cura, si fa carico dell’altro e del mondo circostante, in un abbraccio che è al tempo stesso umano e cosmico.
La metafora della natura accompagna tutto il componimento: le foglie diventano “doglie frementi”, la rugiada richiama “estati lontane”, il vento dell’est soffia sui “canti beati e odoranti dal sapor d’infinito”. L’universo naturale si intreccia con il vissuto emotivo, in una fusione tra l’interiorità della poetessa e il mondo esterno.
Uno stile poetico raffinato e musicale
Lo stile di Manuela Copercini è elegante e raffinato, caratterizzato da un equilibrio perfetto tra lirismo e immediatezza espressiva. La sua poesia è musicale, cadenzata da allitterazioni (“rugiade di estati lontane”, “istinti suadenti”) e da assonanze che ne amplificano la dolcezza e la fluidità.
Le immagini sono ricche di sinestesie evocative: il dolore che “odora di sapore profumato e inaudito”, lo sguardo “ammorbidito nel latte del mattino”, il mare che porta con sé “echi bugiardi degli Dei”. Ogni verso è una tessitura delicata, dove le parole si accostano con precisione e armonia, creando un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà.
La ripetizione del verso chiave, “Mi sono presa cura”, non è solo un espediente stilistico, ma un rafforzamento progressivo del senso di dedizione e appartenenza. Questo ritornello quasi liturgico accompagna il lettore in un crescendo emotivo, culminando nell’ultimo, enigmatico interrogativo:
“Mi sono presa cura di te. Ancor non so in cosa consiste.”
Qui la poesia si apre a una riflessione più ampia: la cura è un atto istintivo, misterioso, a volte incomprensibile persino per chi la esercita. È un filo invisibile che lega l’io poetico all’altro, al creato, all’esistenza stessa.
Una poesia che parla di dedizione universale
Mi sono presa cura non è solo un componimento poetico, ma una dichiarazione d’amore verso l’altro e verso il mondo. La voce di Manuela Copercini si fa custode di un’umanità fragile e potente, capace di trasformare il dolore in bellezza e la mancanza in presenza.
Questa poesia, vincitrice del Premio “Divinamente Donna”, conferma il talento dell’autrice nel coniugare profondità e leggerezza, emozione e controllo stilistico. Con il suo linguaggio raffinato e la sua capacità evocativa, Manuela Copercini regala al lettore un’esperienza poetica avvolgente, che si insinua dolcemente nell’anima e lascia il segno.
francesco nigri
”
MI SONO PRESA CURA
Mi sono presa cura del tuo sguardo.
Seduta in quel caffè
ho strappato agli alberi le foglie
per renderle doglie frementi
nel mio giardino.
Mi sono presa cura delle tue carezze.
Morbide hanno avvolto le mie brezze
fra rugiade di estati lontane
nella tua mente.
Ho carpito la cura di te
nelle carenze della vita
dove il dolore odora
di sapore profumato
e inaudito.
Mi sono presa cura del tuo sguardo.
L’ho ammorbidito nel latte del mattino.
Leggero risuona
tra onde travolgenti
e naufraganti
nelle notti vaganti
rese sacre dal tempo perduto.
Mi sono presa cura del mare.
In lui gli echi bugiardi degli Dei
hanno il sopravvento
sugli istinti suadenti.
Mi sono presa cura del cielo.
L’azzurro delle sue perplessità
abbandona istinti colorati e latenti.
Mi sono presa cura della terra.
Arresa alle ciglia del vento dell’est
ancora respira
canti beati e odoranti
dal sapor d’infinito.
Mi sono presa cura di te.
Ancor non so in cosa consiste.
Ammetto che insiste
in una cura del creato.
Una cura misteriosa e laboriosa.
Parla di te.
Mi sono presa cura di te.
”
manuelacopercini©2025