
La poetica di Regina Resta: voce, anima e impegno per l’umanità
Recensione critica di Francesco Nigri, poeta e scrittore
In occasione del 70° genetliaco di Regina Resta
Una voce necessaria nella poesia contemporanea
Regina Resta, poetessa, scrittrice, critico e Presidente di VerbumlandiArt APS – Associazione Culturale Internazionale, rappresenta una delle voci più autentiche e coraggiose del panorama letterario italiano contemporaneo. La sua poetica si distingue per una tensione costante tra fragilità e forza, personale e universale, quotidiano ed eterno, lasciando un’impronta indelebile nella cultura del nostro tempo.
Celebrando il 70° genetliaco di Regina Resta, è doveroso riflettere sulla profondità della sua produzione poetica e sul suo impegno instancabile nella promozione di arte, letteratura, valori civili e dialogo interculturale, attraverso la direzione di VerbumlandiArt APS e i numerosi progetti che ha ideato e guidato.
La poetica dell’autenticità e della resistenza
I testi di Regina Resta si muovono su una linea di confine dove la parola poetica diventa sia rifugio che arma, carezza e denuncia. In “Non ti sbagliare con me”, l’autrice definisce con lucidità la propria identità: “Sono fatta di terra e di cielo / di logica nitida e sogni testardi”. Qui si manifesta il suo realismo visionario, una cifra che attraversa tutta la sua produzione. Resta non indulge mai in maschere, rifiuta le scorciatoie del sentimentalismo, accetta la fatica della coerenza e della verità come unico percorso di crescita e liberazione.
La sua poesia è spesso testimonianza di una resilienza radicale: il dolore non viene nascosto, ma attraversato e trasfigurato, come nel componimento “Non mi ha mai colpita”, in cui la violenza sottile, mai fisica ma profondamente invasiva, viene affrontata con la dignità di chi “impara a sanguinare in silenzio” e alla fine trova “la rivincita. Silenziosa. Radicale. Viva”.
Memoria e tempo sospeso: il lavoro sull’identità
Un’altra linea dominante nella poetica di Regina Resta è la riflessione sul tempo e sulla memoria. In “Il tempo si è fermato a quarantun anni” la poetessa riesce a cristallizzare, con linguaggio asciutto e sincero, la dimensione del lutto e della perdita, ma anche la possibilità della sopravvivenza e della rinascita:
“La mia età cresce
ma l’anima è rimasta lì
in quella stanza
su quella soglia
dove qualcosa — o qualcuno —
ha smesso di restare.”
Questa capacità di fermare la narrazione sulla soglia del vissuto, di abitare la sospensione, è una delle sue caratteristiche più preziose. Il ricordo, spesso doloroso, non è mai mera nostalgia ma esercizio di consapevolezza, strumento di riconoscimento della propria unicità.
L’immaginazione come spazio di liberazione
Regina Resta è maestra nel creare spazi simbolici, dove la realtà si deforma e si amplia per accogliere le infinite possibilità del sogno e dell’interiorità. Emblematico il testo “Oltre la serratura”, vera e propria micro-epopea visionaria, in cui l’autrice trasforma il varco di una serratura in passaggio iniziatico verso mondi altri, tra specchi, chiavi, orologi sepolti e mari che piovono al contrario. In questi versi la parola poetica si fa soglia tra reale e immaginario, tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere:
“Cammino
o forse vengo camminata
su una strada fatta di lettere sparse
parole mai dette
sillabe che si dissolvono al tocco.”
Qui la poesia diventa strumento di metamorfosi e di auto-conoscenza, restituendo al lettore la potenza della visione e dell’ascolto di sé.
L’impegno etico: poesia come voce per la pace e la dignità
Non si può parlare della poetica di Regina Resta senza citare la sua dimensione civile e il suo ruolo come intellettuale impegnata. In componimenti come “Fermiamo le guerre”, la parola si carica di responsabilità collettiva, denuncia, invito al dialogo:
“La guerra non ha vincitori
solo madri che aspettano e piangono
volti cancellati dal tempo e dal fuoco
bambini che imparano troppo presto a non piangere.”
La poetessa, anche grazie all’attività instancabile come Presidente di VerbumlandiArt APS, promuove la poesia come spazio di incontro, ascolto e pacificazione. I suoi progetti culturali, premi internazionali, eventi e movimenti come “La Catena della Pace” e “Divinamente Donna” testimoniano una vita consacrata all’arte come servizio, come cura dell’umano, come semina di futuro.
Stile e linguaggio: una parola radicata nella realtà
La forza della scrittura di Regina Resta risiede nell’essenzialità del verso, nell’uso sapiente delle immagini, nella capacità di distillare emozioni universali in parole semplici ma mai banali. La sua è una poesia che non teme di confrontarsi con la sofferenza, che sa accogliere la contraddizione, che abbraccia la vulnerabilità come luogo generativo. La musicalità dei suoi versi nasce da un equilibrio tra ritmo interno e pause cariche di significato, da una ricerca costante della verità, anche nelle crepe della quotidianità.
Regina Resta costruttrice di ponti tra culture
L’operato di Regina Resta va ben oltre la scrittura individuale: attraverso VerbumlandiArt APS ha saputo diventare un vero punto di riferimento internazionale per poeti, scrittori, artisti e operatori culturali. La sua attività ha contribuito a diffondere la cultura italiana nel mondo, ma soprattutto a costruire ponti di dialogo tra culture, generazioni, visioni differenti, mantenendo sempre al centro il valore della parola poetica come strumento di comprensione e riconciliazione.
Regina Resta e il futuro della parola poetica
Nel 70° genetliaco di Regina Resta, celebriamo non solo la sua arte, ma la sua testimonianza di donna, di intellettuale, di costruttrice di pace. La sua poetica rimane un sorso infinito d’acqua in un mondo assetato di autenticità, bellezza e coraggio. La parola, nelle sue mani, non è mai neutra: è sempre chiamata a illuminare, guarire, guidare.
Regina Resta ci insegna che la poesia è ancora, e sempre, uno spazio di libertà dove ognuno può riconoscersi, ritrovarsi e rinascere.
Francesco Nigri
poeta e scrittore